Milano, 8 settembre 2011 – «L’elemento positivo del disegno di legge costituzionale sull’abolizione delle Province approvato oggi dal Consiglio dei ministri è il riconoscimento della necessità di istituire le Città metropolitane introdotte dalla Riforma del Titolo V della Carta e rimaste nel mondo delle idee – ha dichiarato, nel pomeriggio, il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà -. Sono sempre stato convinto, del resto, che un territorio caratterizzato da un continuum di Comuni e densamente popolato come si presenta la Grande Milano possa essere amministrato con maggiore efficacia e minori costi attraverso l’adozione di politiche di area vasta almeno in materia di trasporti, infrastrutture, ambiente, urbanistica e gestione delle risorse idriche e dei rifiuti. Proprio le funzioni, insomma, che dovrebbero essere attribuite alle Città metropolitane. Per questa ragione, prima con il sindaco Letizia Moratti e ora con il primo cittadino Giuliano Pisapia, intendo partecipare alla costruzione dal basso del nuovo Ente ambrosiano. Ho condiviso con Pisapia, nell’ambito dell’incontro svoltosi martedì scorso, il percorso da compiere, coinvolgendo tutti gli altri 133 sindaci del Milanese, per arrivare alla nascita della Città metropolitana nel 2016 del dopo Expo. Per ciò che concerne, invece, gli altri contenuti del disegno di legge, rimango convinto che le Province debbano essere razionalizzate ma non soppresse. Continuerò a impegnarmi, dunque, insieme con gli altri presidenti interessati per dimostrare, dati alla mano, ai cittadini che l’abolizione tout-court degli Enti intermedi non comporterebbe risparmi riguardo ai 13-14 miliardi di euro investiti per garantire ai residenti manutenzione di strade e scuole nonché formazione professionale. Questi costi non verrebbero, infatti, abbattuti dall’abolizione delle Province e dal passaggio di deleghe alle Regioni. Ipotizzo, semmai, un aumento delle spese. A partire da quelle sostenute per il personale, che, nel caso di trasferimento alle Regioni, lieviterebbero del 15-20%».
Ufficio stampa Provincia di Milano
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