Bad Ragaz/CH, 29 giugno 2012. Fino allo scorso autunno era un’ipotesi di lavoro lanciata dalla Lombardia. Da oggi le Regioni alpine d’Europa – appartenenti a Francia, Italia, Svizzera, Austria e Germania, capaci di accogliere una popolazione di 70 milioni di abitanti – hanno iniziato a fare quadrato, promuovendo una comunità di lavoro e sviluppando una strategia comune tesa a orientare anche la programmazione 2014-2020 dell’Unione europea. Si riaccende, dunque, l’ideale politico di “una Europa dei popoli e delle Regioni, com’era originariamente nella visione di Europa dei padri fondatori”: così ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, alla Conferenza delle Regioni alpine d’Europa, nel Cantone di San Gallo, in Svizzera, dove era affiancato dal vice presidente e assessore all’Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione Andrea Gibelli, dall’assessore alla Sanità Luciano Bresciani e dal sottosegretario all’Attuazione del programma ed Expo Paolo Alli.
REGIONI, PROVINCE, STATI, LÄNDER E CANTONI – La Lombardia ha voluto dunque essere tra i fondatori di una comunità di lavoro fatta di Regioni, Province autonome, Stati federati, Länder e Cantoni: oltre alla Lombardia, ne fanno parte Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Bolzano, Trento, Rhône-Alpes, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Franca Contea, Baden-Württemberg, Baviera, Vorarlberg, Salisburgo, San Gallo, Grigioni, Ticino, Tirolo, Svitto e Vallese, le cui delegazioni si sono ritrovate assieme a Bad Ragaz, nella valle del Cantone sangallese. Tra i prossimi appuntamenti la Conferenza di Milano, proposta dal presidente Formigoni e da tenersi nel primo semestre del 2013.
PER UN USO PIÙ EFFICIENTE DELLE RISORSE – Obiettivo finale non è quello di creare ulteriori Enti od organismi all’interno
dell’Unione europea, né tantomeno di sostenere la creazione di nuove leggi o fondi, ma – al pari delle strategie già intraprese
per il Baltico, il Danubio e l’Adriatico-Ionico – quello di stimolare all’interno dell’Europa “un maggiore coordinamento delle politiche già esistenti su temi d’interesse comune e, allo stesso tempo, un uso più efficiente delle risorse a disposizione su priorità selezionate e condivise”. Questa strategia macroregionale alpina vuole essere – ha detto Formigoni – “una nuova piattaforma globale, non-burocratica e aperta, in un’area fondamentale per la crescita europea”.
REGIONI MOTORI DI SVILUPPO – L’antidoto alla crisi globale – ha rimarcato il presidente a Bad Ragaz, mecca delle cure termali
già dai tempi del filosofo Paracelso – consiste nell’assunzione, da parte dei Governi subnazionali, di un ruolo sempre più
trainante: “Sono proprio le Regioni a essere in grado di intercettare aspettative, interessi e bisogni da parte della società, dimostrando di saper reagire alla crisi in modo più rapido ed efficace rispetto ai sistemi nazionali”.
COOPERAZIONE DAL BASSO VERSO L’ALTO – Il modello di governance – individuato ai piedi del monte Pizol in Svizzera – è quello
della cooperazione sviluppata dal basso verso l’alto, secondo il metodo della sussidiarietà, “che responsabilizza i Governi
subnazionali sia nel rapporto con i cittadini sia con i livelli di governo superiori, in un’ottica di governance multilivello”.
PRIORITÀ ALLO SVILUPPO INTEGRATO – Tre sono i pilastri su cui si svilupperà la strategia macroregionale alpina, sottolineati da
Formigoni: agricoltura e competitività; energia e ambiente; comunicazioni e trasporti. Il campo d’azione non sarà limitato “alla protezione e allo sviluppo delle aree montane”, ma lo sforzo comune sarà quello di “leggere le aree montane come parte di territori più ampi, per uno sviluppo pienamente integrato”.
La Macroregione alpina – per la quale sarà adottata oggi una risoluzione a Bad Ragaz – intende così offrire “un contributo specifico delle Regioni per il superamento della crisi economico-finanziaria europea, in una prospettiva di sviluppo non solo dei singoli Paesi coinvolti, ma dell’Europa intera”.
Ufficio stampa Regione Lombardia
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